Conoscere Mirco significa accettare di essere travolti da un’ondata di energia pura.
Un’energia che gli illumina il volto, che gli guida le parole e che lo conduce ad un’ostinata ricerca della sperimentazione in tutte le attività che conduce.
Conoscere Mirco significa anche accettare l’idea di trovarsi di fronte ad un talento eccezionale.
Uso la parola “talento” in senso evangelico, proprio per indicare la capacità in lui innata di rendere semplice e affrontare in maniera altrettanto semplice, sfide ai più precluse.
Classe 1985 nasce a Bologna, dove sente di dover coltivare questi suoi talenti nel campo dell’arte, seguendo gli studi artistici, e misurandosi con l’istituzione artistica tra concorsi e kermesse in varie realtà della penisola. Ma è con la maturità, con la fine degli studi, con il tempo delle responsabilità che ha inzio la sua riflessione su ciò che gli stava accadendo intorno. Ed è a questo punto che medita la sua ribellione e inizia la sua liberazione.
Decide così di eleggere a suo baluardo la pittura, guidato solo ed esclusivamente da quell’idea in testa, senza voler emulare nulla, senza rifarsi a nulla, ma solo dando libero sfogo al suo talento e al suo pensiero.
Una pittura influenzata dall’iperrealismo che corre dai maestri del Rinascimento e del Classicismo alla cultura POP dei Wharrol o dei Man Ray, stesa con meticolosa e scupolosa maestria pittorica il più delle volte su tele di grandi dimensioni, a gridare una volontà di essere nel proprio tempo e affermare con decisione il proprio credo.
Per questo scava nel suo passato, nella sua infanzia, ma anche nei suoi studi, in tutti quelli che sono stati i suoi modelli e i suoi miti, dai fumetti alle icone del cinema americano, dai capolavori dell’arte alla letteratura contemporanea.